ENERGIA E AMBIENTE ALLE ELEZIONI DEL 4 MARZO

Domenica 4 marzo si terranno le elezioni politiche. Che posto ha l’ambiente nei programmi elettorali? Ci sono proposte concrete e piani per una transizione ecologica? Che risposte si danno alla sfida dei cambiamenti climatici e agli impegni sul clima presi a Parigi? Ecco la posizione e le proposte dei principali partiti in lizza
Ambiente alle elezioni

Abbiamo letto i programmi elettorali dei principali partiti politici, concentrandoci sulle politiche ambientali ed energetiche. Ecco un riassunto delle posizioni che sono emerse.

Il Centrosinistra

Gli obiettivi di decarbonizzazione e sostenibilità ambientale vanno tenuti insieme a quelli di miglioramento della competitività della nostra industria (Pd)

La svolta ambientale”, nel programma del Pd, riporta gli obiettivi raggiunti nella precedente legislatura e quelli posti per i prossimi 5 anni. Il Pd si dichiara in prima fila per la lotta al cambiamento climatico, seguendo le direttive e gli impegni presi con l’accordo di Parigi sul clima.
Si impegna a proseguire il lavoro della Strategia energetica nazionale (Sen) per arrivare a una percentuale di energie rinnovabili del 28% sul totale entro il 2030. Parallelamente entro il 2025 garantisce la cessazione dell’utilizzo del carbone come fonte di energia elettrica, nella prospettiva di un sistema energetico completamente indipendente dai combustibili fossili per il 2050.

Quest’ultimo è un impegno che prendono anche altri partiti di centro-sinistra come Insieme e +Europa (sempre della coalizione del Pd). Questi sono i due partiti della coalizione con le proposte più spinte nella direzione di una transizione ecologica.

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Insieme si distingue per le sue rivendicazioni animaliste (Stop vivisection, Codice dei Diritti degli Animali) e per l’importanza attribuita all’agricoltura biodinamica e sostenibile.
+ Europa approfondisce il tema della de-carbonizzazione, proponendo di attuare un sistema di disincentivi all’uso di fonti inquinanti, come quello delle quote di emissione e l’introduzione di una carbon tax.

L’eliminazione dei sussidi pubblici alle fonti fossili d’energia, la riduzione del consumo di suolo e la diffusione dei veicoli elettrici sono punti presenti nei programmi di quasi tutto il centro-sinistra.

Liberi e Uguali

Operare per il superamento della dipendenza dalle energie fossili significa, anche, costruire un modello di “democrazia energetica” che favorisca l’autoproduzione di energia pulita (LeU)

Liberi e Uguali denomina la parte del programma relativa all’ambiente “il Grande Piano Verde”. Quest’ultimo consisterebbe in un insieme di misure che porti alla conversione ecologica dell’economia, verso l’obiettivo del 100% rinnovabili per il 2050. Si parla del passaggio da un’economia lineare ad un’economia circolare a zero rifiuti. Queste mete ambiziose richiedono la “creazione di una sorta di sala verde”, cabina di regia per coordinare le strategie energetiche nazionali con gli accordi internazionali sul clima. Questa “sala verde” si occuperebbe anche di delineare un grande piano di investimenti pubblici per la transizione.

Potere al Popolo

La devastazione ambientale è anche questione di classe, di cui pagano le conseguenze assai più gli oppressi e gli esclusi che i ricchi e privilegiati (PaP)

Potere al popolo si distingue dal centro-sinistra perché sottolinea che “non c’è economia verde che tenga se non si mette in discussione la logica del profitto”. Le sue proposte partono dalla contestazione delle Grandi Opere e accolgono le istanze dei movimenti No Tav, No Triv e No Eolico Selvaggio. L’obiettivo è quello di rappresentare e restituire potere alla popolazione dei territori interessati. Tra le proposte anche la moratoria sui nuovi progetti di estrazione di combustibili fossili e l’eliminazione dei sussidi pubblici alle fonti fossili.

Movimento 5 Stelle

Il contenimento dei consumi energetici deve rappresentare una priorità nella strategia da adottare in risposta alle emergenze ambientali globali (M5S)

Il radicale potenziamento della ciclabilità e l’acqua pubblica, partecipata e trasparente, nel rispetto del referendum del 2011, sono obiettivi che Potere al popolo ha in comune con il Movimento 5 stelle. Quest’ultimo ha sempre dedicato ampio spazio del suo programma alla politica energetica e dell’ambiente, in direzione di una transizione ecologica.
I pentastellati insistono molto sui provvedimenti nella direzione “zero rifiuti” che implicano il riuso, il riutilizzo e il riciclo. Che il costo ambientale venga spostato a monte e che sia ben visibile sui prodotti. Fondamentale obiettivo è infatti una maggiore trasparenza nell’informazione ambientale.

Per quanto riguarda la politica energetica, il primo punto del M5S è la riduzione dei consumi finali di energia del paese, nella direzione del rispetto degli accordi internazionali sul clima.
Il M5S ha un piano energetico per abbandonare il carbone entro il 2020 e il petrolio entro il 2050. Il gas naturale verrà utilizzato come sostituto delle fonti fossili durante la transizione, per poi essere abbandonato in favore delle rinnovabili.

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Il Centrodestra

Il nostro compito è di sostenere la “green-economy”, sostenendo la ricerca, l’innovazione e la formazione per lo sviluppo del lavoro ecologico e per la rinascita della competitività del nostro sistema industriale (Lega)

Nei programmi della coalizione del centro-destra, l’ambiente e la transizione ecologica occupano spazi meno rilevanti.
Il decimo e ultimo punto del programma di Forza Italia e di Noi Con l’Italia – UDC, parla di turismo, ambiente e cultura. Addentrandosi nelle proposte abbiamo un generico sostegno alle energie rinnovabili, alla “tutela dell’ambiente” e un “più efficienza della produzione energetica”.

Il programma di Fratelli d’Italia è più approfondito in materia. Tra le proposte, la formazione alla tutela dell’ambiente nelle scuole, la diffusione della tariffazione puntuale per la raccolta differenziata e un sostegno alle energie rinnovabili, “con lo scopo di avvicinare l’Italia il più possibile all’autonomia energetica”.
La realizzazione di ‘foreste urbane’ e il sostegno alla mobilità sostenibile sono altri punti del programma sull’ambiente.

Leggi anche: RI-Generation a Torino, il negozio che dà una seconda vita agli elettrodomestici

La Lega dedica un capitolo del programma all’ambiente, sostenendo un’economia circolare. Il partito di Salvini vuole introdurre una quota obbligatoria di acquisti verdi per le PA. Istituire un fondo nazionale per la transizione energetica, “che sostenga cambiamenti attraverso meccanismi premiali e incentivi” su rinnovabili e fotovoltaico. Solo in questo modo si può raggiungere l’obiettivo principale che è quello di ridurre il costo delle bollette. Stimolare edilizia a zero impatto ambientale è un’altra proposta che va in questa direzione.
Salvini promette anche la riduzione della tassa sui rifiuti del 50% per ogni famiglia entro il 2020.

CasaPound

Contro il tetro fondamentalismo verde e i suoi tabù spesso anti-ecologici, noi proponiamo un’ecologia luminosa, che non criminalizzi l’uomo, ma che intenda sfruttare, anzi, tutte le sue capacità di costruttore e ordinatore del mondo (CasaPound)

L’ottavo punto del programma di CasaPound è intitolato “Per una sovranità energetica”. Per raggiungere tale obiettivo vengono proposti la ricostituzione di un’Azienda di Stato per la produzione di energia elettrica, il ritorno all’energia termonucleare e finanziamenti delle fonti rinnovabili.

Dopo aver letto i programmi elettorali abbiamo un’idea della posizione dei diversi partiti su temi fondamentali come ambiente ed energia. Ciò che emerge è che essi non occupano il giusto spazio nei media, come confermano alcune ricerche. L’insieme delle tematiche ambientali (energie rinnovabili, cambiamenti climatici, inquinamento dell’aria, biodiversità, etc…) occupa circa il 3% delle dichiarazioni dei politici in un periodo lontano dalla campagna elettorale.
Durante la campagna elettorale, stranamente, se ne parla ancora meno. Normale e positivo che sia così?

I programmi di tutti i partiti si possono consultare sul sito del Ministero dell’Interno.