ECO FASHION: LA MODA SOSTENIBILE

Eco fashion, “la moda del momento”, non è solo un trend lanciato dalle migliori marche. Moda e sostenibilità, due sfere della vita sempre più intrecciate, al fine di rispettare l’ambiente. Perché voltare lo sguardo verso una moda sostenibile? Ce lo mostra “The true cost”, il film documentario di questa settimana: un insieme di interviste a giornalisti, economisti e psicologi che si occupano di moda e consumo. Vediamolo nella nostra rubrica Green Art!

Una nuova direzione per il mondo della moda: l’eco fashion. Diretto da Andrew Morgan e proiettato in anteprima al Festival di Cannes nel 2015, “The true cost”, è più di un documentario. Una lezione di vita, che pone lo sguardo sul mondo nero della moda, mostrando il reale costo dei nostri consumi. Sfruttamento, malessere e malattie mortali sono le condizioni disperate dei lavoratori di industria. Il film è stato girato in diversi Paesi del mondo: Bangladesh, Cambogia, India e molti altri. Un viaggio ricco di incontri all’insegna della sostenibilità. Vandana Shiva, Livia Firth e Safia Minney sono degli esempi. Personalità che spiegano come siamo giunti allo scenario attuale e come si può creare un futuro più etico e sostenibile, anche per la moda.

The true cost, il film sul vero costo della moda

Pensi di conoscere il vero costo della t-shirt che stai indossando? Oppure il costo di quel paio di scarpe in cuoio che hai acquistato oggi? Insomma, la domanda è: questo costo… a quale costo? L’esperienza di Morgan risponde. Il suo viaggio nel mondo nero della moda ha inizio con un articolo del New York Times, il giorno dopo la tragedia di Rana Plaza – una fabbrica tessile crollata per le mancate misure sicurezza – che ha causato 1129 vittime e 2515 feriti. Una foto di due bambini in piedi, davanti a un muro di volantini di persone scomparse, ha causato il cambiamento in Morgan: nessun capo di abbigliamento viene più visto allo stesso modo.

Come spiega il film, per le grandi imprese, tutto è concentrato sul profitto. Così accade che i diritti umani, l’ambiente e i diritti dei lavoratori – soprattutto donne – vengono dimenticati. Ecco il reale costo. Nel mondo nero della moda, Safia Minney, fondatrice CEO di People Tree, accende un barlume di speranza. People Tree è un marchio di moda del commercio equo nato in Giappone che ha sviluppato una rete di organizzatori di commercio equo a sostegno di sviluppo sociale, ambientale e dei lavoratori. Inizia così a nascere un commercio solidale mondiale, punto di svolta per il nostro pianeta.

Fast fashion e l’irrefrenabile bisogno di consumare

Fast fashion è la moda veloce. Produrre il più possibile a costi sempre più bassi sono le direttive da seguire. Per alcuni brand non esistono capi da produrre e distribuire durante le quattro stagioni, bensì 52: una stagione per ogni settimana dell’anno. Marchi di fabbrica che si propongono di vendere prodotti nuovi ogni settimana, sfruttando le fabbriche delocalizzate per la produzione.

L’industria della moda è la seconda, dopo quella del petrolio, ad inquinare di più. Il consumatore innesca il circolo e ne è in parte responsabile. Saremo ancora soddisfatti di questo sistema o esiste un rovescio della medaglia? Si, può esistere. Una moda sostenibile, che considera il bene dell’umanità e ambientale, l’eco fashion.

Eco fashion: verso la responsabilità sociale

La moda, sempre più, sta cercando di interpretare anche altri valori che vanno verso la responsabilità sociale. Una moda che rispetta l’intero pianeta dal punto di vista umanitario e ambientale. Diversi stilisti e figure famose, si sono cimentati nella missione. In queste settimane, si legge molto su Emma Watson, la streghetta della saga di Harry Potter.

Watson, impegnata da sempre in tematiche ambientali (è stata anche collaboratrice di People Tree), porta avanti la battaglia per una moda che rispetti l’ambiente. In occasione dell’inizio del tour, per la promozione del suo nuovo film – La Bella e la Bestia – che vedremo nelle nostre sale cinematografiche a partire dal 16 marzo, ha aperto un nuovo profilo Instagram, tutto eco fashion! The Press Tour, il nome dell’album in cui l’attrice posta i suoi outfit, cuciti interamente con materiali non inquinanti. Sicuramente, la responsabilità di una moda eco-sostenibile, non può essere lasciata solo alle case produttrici, ma deve diventare anche un impegno del consumatore. Oppure, continueremo a non voler vedere il vero costo dietro ai nostri vestiti?