“Torino: città per camminare e della salute” sarà una passeggiata nel parco del Valentino con il campione olimpico Maurizio Damilano, alla scoperta del fitwalking e del camminare. L’inQubatore Qulturale ha intervistato il dottor Giuseppe Parodi, responsabile del settore Medicina dello Sport dell’Asl Città di Torino
La città di Torino è pronta ad accogliere il fitwalking. L’evento, che si svolgerà sabato 9 settembre al Parco del Valentino, aprirà una riflessione importante sul rapporto tra attività sportiva e salute. Per saperne di più ci siamo rivolti al dottor Giuseppe Parodi, responsabile della S.S.D. di Medicina dello Sport dell’ASL Città di Torino.
Dottore, che importanza hanno progetti come Cities Changing Diabetes ed eventi come “Torino: città per camminare e della salute” inseriti in contesti metropolitani?
Questi eventi evidenziano l’importanza del movimento, del fare attività fisica
nel quotidiano, anche in modo semplice ed immediato, come nel fitwalking, e nelle circostanze che riusciamo ad organizzarci nonché di sensibilizzare su di un nostro modo di vivere che invece per lo più deriva sempre più verso l’inattività fisica.
Praticare fitwalking o altre attività sportive può fare la differenza nella prevenzione di una malattia cronica?
Sì, molto perché rientra tra le tipologie di attività fisica di tipo aerobico, vale a dire attività caratterizzate da gesti ciclici ripetuti tante volte. Gesti che non elevano la frequenza cardiaca a valori molto elevati, ma che si protraggono nel tempo, almeno per 20 minuti, meglio per 30-40 minuti, per determinare utili meccanismi di adattamento dell’organismo, in particolare del sistema cardio-circolatorio. Questa tipologia di attività è raccomandata per prevenire diverse malattie croniche.
Perché il 65% dei diabetici è concentrato in città?
Mi permetta di essere meno preciso su questa risposta perché sono un medico dello sport e non un diabetologo. Potrebbe darsi che in città vi siano sistemi sanitari
organizzati ed operativi che determinano una diagnosi più precoce e più precisa. Al di là di questo, sono convinto da anni che la “battaglia” per uno stile di vita più benefico sia molto più difficile in città, in ambito metropolitano, in particolare per una serie di elementi che influenzano le abitudini motorie ed alimentari che, a loro volta, pesano in misura determinante sulla patologia diabetica.
Maurizio Damilano è un ex marciatore, medaglia d’oro alle Olimpiadi di Mosca 1980 e due volte campione del mondo. È testimonial dell’evento “Torino: città per camminare e della salute”.
Ritiene sia importante la presenza di un testimonial come Maurizio Damilano per la comunicazione e valorizzazione di questi eventi?
È importante perché i messaggi trasmessi da un grande campione sportivo, con stile e comportamento coerenti, inoltre riferiti ad un ambito di attività in cui è così competente, coinvolge ed entusiasma le persone in modo particolare. Dico questo per esperienza constatata direttamente.
Che ruolo ha l’Asl Città di Torino nella prevenzione di malattie croniche rispetto al panorama nazionale?
L’Asl non ha solo il compito di sensibilizzare, declamare raccomandazioni, fare
manifestazioni una tantum, ma anche quello di mettere in pratica nei fatti. L’Asl Città di Torino, secondo quanto dichiarato dalla letteratura scientifica, promuove l’attività fisica nel luogo di lavoro e conduce programmi sanitari di utilizzo metodico
dell’esercizio fisico per il trattamento preventivo e terapeutico dei pazienti con malattie croniche attraverso una collaborazione multi-disciplinare tra Medicina dello sport e vari Servizi specialistici che trattano queste malattie (Diabetologia, Cardiologia, Nefrologia, Neurologia, Psichiatria etc.). È un dovere istituzionale ed etico perché non si deve, come dire, predicare in un modo e poi razzolare in un altro. Il fitwalking, per le caratteristiche accennate in principio, viene utilizzato da anni in queste azioni.
