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P COME PARTECIPAZIONE

Non si può delegare la responsabilità della tutela dell’ambiente e del futuro, ognuno deve fare la sua parte. La partecipazione può diventare uno strumento per la sostenibilità. 
Andare oltre all’individualismo

Per creare una società sostenibile, che abbia quindi a cuore l’ambiente e le persone, c’è bisogno di superare l’attuale cultura fondata sull’individualismo. La tendenza odierna, infatti, è pensare principalmente a se stessi, ai propri interessi e a come massimizzarli. Magari nel breve periodo questa mentalità può dimostrarsi vincente, ma nel lungo termine mostra tutti i suoi difetti.

Bisogna pensare alle nostre azioni come a dei boomerang, che una volta lanciati prima o poi tornano indietro. Ad esempio, succede purtroppo che alcuni individui gettino i propri rifiuti dove capita, ai bordi delle strade, nei fiumi, nei campi. In un primo momento crederanno di aver risolto il loro problema, ma dopo qualche tempo potrebbero ritrovarsi quei rifiuti nei loro piatti. E’ il caso emblematico delle isole di rifiuti nei mari e delle microplastiche, che attraverso i pesci arrivano sulle tavole.

p come partecipazione isole di rifiuti

La metafora del boomerang, però, funziona anche nel caso di azioni positive. Per esempio, se ognuno nel suo piccolo facesse un’ottima raccolta differenziata gli effetti positivi ricadrebbero su tutta la comunità. A tal proposito, sono preziose le parole di Pino Puglisi, il prete siciliano assassinato dalla mafia nel 1993, che disse:

Se ognuno fa qualcosa, allora si può fare molto.

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La partecipazione come strumento per la sostenibilità

Sostenibilità, quindi, significa andare oltre al proprio pianerottolo e addirittura pensare a chi verrà dopo di noi, alle generazioni future. Ma come fare? Partecipando! Negli ultimi anni si sono diffuse numerose iniziative in cui la partecipazione diventa uno strumento per la sostenibilità. E’ il caso, senza andare troppo lontano, di Torino Spazio Pubblico, un progetto di cittadinanza attiva promosso dal Comune di Torino che, dal 2013, favorisce la cura degli spazi pubblici attraverso interventi di pulizia e piccola manutenzione degli elementi di arredo urbano e del verde pubblico. Le attività si svolgono, settimanalmente o periodicamente, in seguito alle segnalazioni degli stessi volontari che vogliano prendersi cura di un parco, una strada o un giardino e operare assieme per rendere migliore quella porzione di territorio.

p come partecipazione agrobarriera

Un altro caso degno di nota è Agrobarriera, un progetto portato avanti dall’associazione RE.TE. L’iniziativa interessa un’area di circa 2000 mq in Barriera di Milano e l’obiettivo principale è avvicinare i cittadini alle pratiche di agricoltura urbana sostenibile e stimolare i valori della cittadinanza attiva e della sostenibilità.

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Anche per noi dell’inQubatore Qulturale la partecipazione è un fattore fondamentale per il cambiamento positivo del nostro territorio. Senza partecipazione non sarebbero state possibili molte iniziative, come la pulizia del Parco di Venaria (clicca qui per saperne di più) o la progettazione partecipata per il Festival della Sostenibilità in programma per il prossimo maggio. Quando si parla di ambiente e futuro non si può delegare agli altri la responsabilità o come direbbe il grande esploratore inglese Robert Swan

La più grande minaccia al nostro pianeta è credere che qualcun altro lo salverà.

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