SCENARI DI FUTURO: IL PRIMO INCONTRO CON LUCA MERCALLI

Martedì scorso al Circolo dei Lettori di Torino si è tenuto con Luca Mercalli il primo dei 4 incontri di scenari di futuro, ciclo di  appuntamenti per riflettere sulla crisi ecologica e sulle pratiche di transizione verso una società autosostenibile. Cambiamenti climatici e vita quotidiana è stato il titolo della presentazione, che ci ha lasciati con numerosi stimoli

Scenari di futuro è un ciclo di 4 conferenze organizzate da Convivium Decrescita Torino. Questo gruppo si è formato all’interno del Movimento per la decrescita felice di Torino e, con Mauro Bonaiuti, ha portato avanti questo progetto. L’urgenza del cambiamento e la mancanza di un progetto comune per le pratiche di transizione sono i due motivi che hanno spinto ad organizzare questa iniziativa.

La crisi ecologica sarà affrontata da vari esperti dal punto di vista climatico, sociale, economico e finanziario. Ad una prima parte teorica ne seguirà una più attiva e partecipativa, in cui si inizierà a ragionare più concretamente sulle pratiche di transizione. Serge Latouche, maggiore autore della decrescita, terrà l’ultimo incontro il 24 gennaio. Luca Mercalli ha guidato il primo incontro al Circolo dei Lettori, intitolato “Cambiamenti climatici e vita quotidiana”.

L’indifferenza dei media e dell’opinione pubblica

Il climatologo sostiene si stia aprendo una forbice sempre maggiore tra gli allarmi degli scienziati e l’immobilismo della società. Nel 1992 i ricercatori fecero un appello per l’ambiente ma, nonostante la conferenza di Rio de Janeiro, non ci furono i cambiamenti sperati. Oggi, 15.000 scienziati, tra cui lo stesso Mercalli, hanno firmato un nuovo appello. L’urgenza è maggiore. Data la negligenza che ha prevalso, i dati sulla situazione globale dell’ambiente sono allarmanti.
Innalzamento del livello dei mari, riscaldamento globale, scioglimento dei ghiacciai, riduzione della biodiversità, consumo del suolo. Sono ormai espressioni che conosciamo bene ma che stentano a fare breccia nell’opinione pubblica e nella società. Il poco spazio riservato dai media alla Cop23 di Bonn o all’appello degli scienziati rende evidente questa indifferenza. Ed è anche per questa ragione che la diplomazia fatica a dare i suoi frutti.

L’era dell’antropocene

Eppure siamo ormai giunti nell’Antropocene, era geologica contrassegnata dalla presenza di un nuovo agente in grado di influenzare gli equilibri del sistema globale: l’uomo. Lo sappiamo fin dagli anni ’70, quando uscì il Rapporto sui limiti dello sviluppo del Club di Roma. Ma ora non è solo una conoscenza ma anche una realtà che viviamo ogni giorno.
Consumiamo l’equivalente di 1,5 terre e ne consumeremo 3 nel 2050 se i ritmi di sviluppo continueranno allo stesso modo.

Non sarà la natura a soffrirne, ma noi

Quando io vi offendo… io non me n’avveggo; come, ordinariamente, se io vi diletto o vi benefico, io non lo so. E finalmente, se anche mi avvenisse di estinguere tutta la vostra specie, io non me ne avvedrei.

Mercalli cita il Dialogo della natura e di un islandese di Leopardi, per mettere in luce quanto il problema non sia tanto riferito ad una tutela della natura, che deve essere salvata. La natura infatti è indifferente. Continuerà ad esistere così come continuò ad esistere dopo il collasso causato dall’asteroide che ha estinto i dinosauri circa 66 milioni di anni fa.
Il problema riguarda la sopravvivenza dell’essere umano. E Mercalli ci dice che credere che una scoperta tecnologica alla fine ci salverà sia un’illusione. Sia chiaro: l’innovazione tecnologica ci aiuterà enormemente. Ma non basta. Bisogna attuare una transizione e adottare uno stile di vita sobrio, abbandonare il consumismo e i suoi valori.

Curare la malattia con lo stesso veleno che la provoca è ciò che viene fatto di continuo. Quando si mette la neve artificiale sulle piste da sci, o si accende l’aria condizionata. Come lo scorso 4 agosto, che è stato il giorno con maggiore consumo energetico a causa dei condizionatori accesi per il caldo torrido.

La strada verso la transizione

Se il clima rischia di rendere il nostro pianeta invivibile per gli esseri umani, ci sono tantissime cose che si possono fare e non sono state ancora fatte.
Tra le tante Mercalli cita la coibentazione termica degli edifici, che permetterebbe di ridurre i loro consumi fino all’80%. L’uso dei pannelli solari, anche per alimentare le macchine elettriche, che hanno un rendimento energetico molto maggiore rispetto a quelle a benzina. Utilizzare cisterne per prevenire i periodi di siccità. Cimentarsi con un orto per mangiare sano e ridurre i rifiuti. Chi non può fare un orto, può sempre affidarsi ad un gas o un gac (per chi è piemontese), che alimenta un’agricoltura locale e sostenibile e contribuisce a ridurre consumi e rifiuti.

Sono tutte realtà già esistenti. Andrebbero incentivate dallo stato. Vanno intraprese dai cittadini. Mettiamoci al lavoro!
Ai prossimi incontri del ciclo Scenari di futuro ci saranno Gianni Tamino, Mauro Bonaiuti e Serge Latouche. La partecipazione ai prossimi incontri è gratuita ma è necessario iscriversi sul sito

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