SCENARI DI FUTURO: L’INCONTRO CON L’ECONOMISTA MAURO BONAIUTI

Mauro Bonaiuti, professore di finanza etica all’università di Torino e fondatore dell’associazione Decrescita di Torino, ha tenuto il terzo incontro di Scenari di Futuro. Bonaiuti ha illustrato le connessioni tra le diverse dimensioni della crisi e gli scenari che si prospettano per il futuro.

Martedì scorso ha avuto luogo al Centro Sereno Regis, il terzo degli incontri del ciclo Scenari di Futuro, che l’InQubatore sta seguendo con grande interesse. Mauro Bonaiuti, autore de La grande transizione e fondatore dell’associazione Decrescita di Torino, ha esposto la sua analisi della crisi attuale.

Quali modelli economici possibili oltre quello della competitività e della crescita?

Dopo il focus sulla dimensione climatica con Luca Mercalli, Bonaiuti si è occupato delle connessioni tra crisi finanziaria e crisi ambientale. La crisi ecologica infatti è originata dalla stessa economia che ciclicamente entra in crisi e che è sempre più dominata dalla finanza.

Leggi anche: D come Decrescita, dal nostro abecedario del cittadino sostenibile!

Il ruolo della finanza fino ad oggi…

Bonaiuti ci ha illustrato che il passaggio alla finanziarizzazione dell’economia è avvenuto a partire dagli anni ’70. Gli accordi di Bretton Woods del 1944 istituirono un sistema monetario internazionale, basato sul principio di stabilità costituito dai cambi fissi tra le monete e dal ruolo centrale del dollaro. Si trattava di un sistema fortemente regolamentato. Il movimento dei capitali, fino agli anni ’70, fu fortemente limitato e regolato.

Questo sistema rimase stabile fino al 1971, quando Nixon decise di sganciare il dollaro dall’oro. La creazione di moneta fu quindi liberata dal vincolo dell’oro. Proprio questo avvenimento segna il momento a partire del quale la finanza ha cominciato ad agire a briglie sciolte.
Ma gli anni ’70 erano un periodo di forte crisi economica, oltre che sociale. Quello che Bonaiuti ha voluto sottolineare, è che la deregulation e la liberazione della finanza sono stati gli strumenti fondamentali per uscire dalla crisi e dare un nuovo sbocco all’economia capitalistica. La finanza è diventata essenziale per la sopravvivenza del capitalismo.

Ma a cosa ha portato la finanziarizzazione dell’economia?

Le banche sono diventate dei colossi che controllano numerosi settori e migliaia di società. Lungi dall’essere solamente degli istituti di credito, muovono una quantità di capitale che è spesso di molto superiore al Pil degli stati più ricchi.
La speculazione è la caratteristica principale di questo ambito, che sfugge alle prese del mondo reale. Persone, energia, lavoro, ambiente, fattori normalmente centrali nell’economia, sono completamente dimenticati da un sistema che si basa sulla fiducia degli azionisti e sulla previsione delle mosse future. Abbiamo potuto vedere, con la crisi del 2008, come gli effetti di un tale meccanismo si riversano però pesantemente sulla vita delle persone.

Oggi la crisi non è più solo economica

Dopo la crisi finanziaria del 2008, la struttura della finanza è tuttavia rimasta immutata. La politica non ha provveduto a inquadrarla e a tenerla sotto controllo. Perché? La finanza si è rivelata il lubrificante necessario per far funzionare il capitalismo. Senza di lei, l’economia capitalistica cadrebbe nuovamente in crisi.
Ma oggi siamo in un momento cruciale, perché le varie dimensioni della crisi cominciano a sommarsi, ad agire assieme per la prima volta.
La finanza, nonostante tutto, potrebbe ancora essere considerata da molti lo strumento adatto per dinamicizzare l’economia. Ma questo meccanismo non solo non si offre come una soluzione alla sfida dei cambiamenti climatici ma, al contrario, agisce alimentando la crisi ecologica.

Leggi anche: F come Finanza Etica, dal nostro abecedario del cittadino sostenibile!

Che scenari ci possiamo immaginare?

Con un andamento “business as usual”, dobbiamo aspettarci un continuo e progressivo declino, che porterà in direzione di un collasso del sistema. Rimane da chiedersi: da dove un cambiamento?
Bonaiuti è scettico sul fatto che le istituzioni e la politica spingeranno verso un cambiamento. Molti presenti alla conferenza hanno espresso l’idea che saranno piuttosto gli individui, agendo sui loro consumi quotidiani, il motore di un vero cambiamento.
Bonaiuti ci ha lasciato con un invito però ad uscire dalla dicotomia che oppone individuo e politica. Dove recuperare la collettività? Dove reinstaurare l’agire insieme verso un obiettivo comune?

Leggi anche: Ecoforum sull’Economia Circolare del Piemonte

Finisce Scenari di Futuro, inizia Progetti di FuturoÈ con questo spirito che, chiuso il ciclo Scenari di Futuro, si aprirà Progetti di Futuro. Una nuova serie di incontri mirati a configurare nuove pratiche e proporre idee nella direzione di una transizione verso un’economia alternativa e sostenibile. Il primo di questi appuntamenti, aperti a tutti previa iscrizione, sarà il 24 gennaio alle 16.30 e vedrà la partecipazione di tutti gli intellettuali che hanno tenuto le precedenti conferenze.

Prima dell’inizio di Progetti di Futuro, l’InQubatore seguirà anche l’ultimo appuntamento del ciclo Scenari di Futuro. La prossima settimana l’ultima conferenza sarà tenuta da Serge Latouche, uno degli intellettuali che più ha riflettuto sulla necessità di avviare una transizione. Partecipate anche voi a questo incontro o passate a trovarci sul nostro blog dopo l’incontro.

Se vi siete persi l’incontro con Luca Mercalli, date un occhio al nostro articolo!