SERGE LATOUCHE A TORINO PER SCENARI DI FUTURO

L’ultimo appuntamento di Scenari di Futuro ha visto il coinvolgimento dello studioso Serge Latouche
La decrescita come matrice della transizione

Martedì 23 gennaio presso la Fabbrica delle “e” del Gruppo Abele, ha avuto luogo l’ultimo appuntamento di Scenari di Futuro, che l’InQubatore ha seguito fin dal primo incontro. Serge Latouche a Torino: ospite della serata, l’intellettuale che più ha riflettuto sulla necessità di avviare una transizione verso una società sostenibile. Padre della decrescita, Latouche è autore ormai affermato di tanti testi sul tema. La scommessa della decrescita e Uscire dall’economia sono solo alcuni dei libri più conosciuti.

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Molti intellettuali e scienziati hanno riflettuto sull’eventualità di un collasso del nostro pianeta. Latouche sostiene che invece pochi abbiano provato a riflettere su come impostare una transizione. (Uno dei pochi è Tim Jackson, autore dell’interessante Prosperità senza crescita). Perché? Forse perché per noi è molto difficile immaginare una società alternativa a quella in cui viviamo. Il primo ostacolo è infatti la nostra mentalità.

Decolonizzare il nostro immaginario

Decolonizzare il nostro immaginario è il primo obiettivo da porsi. Uscire quindi dalla mentalità diffusasi con l’avvento dell’economia, che associa la felicità al consumo di beni e servizi, lo sviluppo economico al benessere della popolazione. Senza vedere il nesso che invece esiste tra crescita economica e distruzione dell’ambiente (e dell’uomo).

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Strategie politiche

Siamo in un circolo vizioso: per cambiare la società bisogna cambiare mentalità. Ma per cambiare mentalità bisogna cambiare la società. Come uscirne?
L’orizzonte di senso è individuato da Latouche nelle 8R, che sintetizzano la direzione da dare alla transizione.
Latouche passa poi alle strategie politiche, di due tipi:

  • top-down, applicate dall’alto. Misure politiche vere e proprie. Tra queste abbiamo la ri-localizzazione delle attività produttive, la trasformazione dei guadagni in riduzione del tempo di lavoro, la riduzione degli sprechi energetici, la penalizzazione dell’attività pubblicitaria…
  • bottom-up: le azioni dal basso, le buone pratiche dei cittadini. Latouche cita qui numerose esperienze già avviate, come il fenomeno delle Transition Towns in Inghilterra, i Gruppi di Acquisto Solidale, lo Slow Food avviato da Carlo Petrini, i Bilanci di Giustizia in Veneto…

Il necessario cambiamento culturale

La realizzazione concreta di questa utopia possibile passa necessariamente per una decolonizzazione dell’immaginario.

Se si ha un martello nella testa, si vedono tutti i problemi sotto forma di chiodi.

Con questa frase di Mark Twain, Latouche ha cercato di insistere sulla necessità di un cambiamento culturale, di mentalità. Infatti l’occidentalizzazione del mondo è partita con l’occidentalizzazione dell’occidente: noi stessi abbiamo assunto una visione economica che prima non avevamo.
E per decolonizzare l’immaginario bisogna partire dalla comprensione di come ci siamo economicizzati.

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La svolta etica dell’economia

L’economia è nata sulla base di un’idea folle di illimitatezza. Anzi, una triplice illimitatezza: delle risorse (e materie prime), del consumo e dei rifiuti (e inquinamento). Come siamo arrivati a ciò?
Latouche parla di una svolta etica, avvenuta nel corso dei secoli, che egli ha spiegato approfonditamente nel suo libro L’invenzione dell’economia.
Bernard Mandeville, nel XVII secolo, rappresenta una delle prime testimonianze di un cambio culturale che si stava avviando. Nella sua favola delle api, i vizi privati sono infatti concepiti come propulsori della ricchezza pubblica e del benessere di tutti. Altro autore che ha contribuito a diffondere tale mentalità “economica” in Occidente è stato Adam Smith. La ricchezza delle nazioni è per lui garantita dalla mano invisibile del libero mercato…

Progetti di futuro…

Questi sono solo brevi accenni di un’analisi molto più approfondita, che ritroviamo nel suo libro. Accenni che però ci danno lo stimolo ad indagare come il nostro modo di pensare e i nostri valori siano fortemente influenzati dalla nostra storia. Con la quale dobbiamo fare i conti, se vogliamo attuare i necessari cambiamenti per una società equa e sostenibile.

Proposte pratiche per la transizione: di questo discuterà il gruppo di Progetti di Futuro, che continuerà a ritrovarsi per far fruttare tutte le riflessioni fatte durante Scenari di Futuro! Incontri aperti a tutti, se interessati visitate il sito.