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T COME TRANSIZIONE

La transizione verso la sostenibilità è un processo difficile, ma fondamentale. Iniziative dal basso, come quella delle Transition Towns, sono un ottimo esempio da cui imparare.
Da un passato grigio a un futuro verde

Giunti quasi alla fine dell’Abecedario del cittadino sostenibile, è evidente che il modello di sviluppo affermatosi con forza fino ad oggi non è sostenibile. Serve un’alternativa migliore per noi e per il pianeta. Ma tra il passato, fatto di petrolio, inquinamento e consumismo, e l’utopia verde del futuro, c’è un passaggio critico e fondamentale: la transizione.

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Nel Rapporto Prospettive sulle transizioni verso la sostenibilità l’Agenzia Europea dell’Ambiente (AEA) ha evidenziato come

Le transizioni da sistemi sociali che guidano il degrado ambientale e i cambiamenti climatici sono essenziali se l’Europa vuole raggiungere i suoi obiettivi di sostenibilità nei prossimi decenni.

Tuttavia passare da una condizione a un’altra non è un processo lineare e senza ostacoli. E’ l’esatto opposto. Il rapporto, infatti, avverte che esistono complesse interconnessioni tra lavoro e investimenti, politiche e istituzioni, norme sociali e tradizioni che rendono più difficile conseguire i cambiamenti necessari. Inoltre, esistono numerose ricerche e pratiche di successo, ma spesso rimangono confinate nel campo della ricerca con una limitata adozione da parte delle istituzioni. La transizione alla sostenibilità deve partire dal basso. Sono i cittadini a dover acquisire sempre maggior consapevolezza e abbandonare stili di vita insostenibili. In questo processo i Governi hanno il compito di sostenere la creazione di reti locali con una visione di lungo termine.

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Il successo delle Transition Towns

Una delle iniziative più celebri di transizione verso la sostenibilità è quella delle Transition Towns, cioè le Città in transizione. Tutto avvenne quasi per caso nel 2003 quando Rob Hopkins, esperto di permacultura, e i suoi studenti ipotizzano come la piccola città di Kinsale avrebbe dovuto riorganizzare la propria esistenza in un mondo in cui il petrolio non fosse stato più economico e largamente disponibile.

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Da un’esercitazione scolastica è nato in seguito un movimento culturale di dimensione planetaria che conta oltre 900 comunità. Il portavoce di Transition Italia, Cristiano Bottone, racconta così perchè è necessaria questa transizione

“La società industrializzata è caratterizzata da un bassissimo livello di resilienza. Viviamo tutti un costante stato di dipendenza da sistemi e organizzazioni dei quali non abbiamo alcun controllo. Nelle nostre città consumiamo gas, cibo, prodotti che percorrono migliaia di chilometri per raggiungerci, con catene di produzione e distribuzione estremamente lunghe, complesse e delicate. Il tutto è reso possibile dall’abbondanza di petrolio a basso prezzo che rende semplice avere energia ovunque e spostare enormi quantità di merci da una parte all’altra del pianeta.È facile scorgere l’estrema fragilità di questo assetto, basta chiudere il rubinetto del carburante e la nostra intera civiltà si paralizza. Questa non è resilienza.”

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In che cosa consistono quindi i progetti di transizione?

“I progetti di Transizione mirano a creare comunità libere dalla dipendenza dal petrolio e fortemente resilienti attraverso la ripianificazione energetica e la rilocalizzazione delle risorse di base della comunità (produzione del cibo, dei beni e dei servizi fondamentali). Lo fa con proposte e progetti incredibilmente pratici, fattivi e basati sul buon senso. Prevedono processi governati dal basso e la costruzione di una rete sociale e solidale molto forte tra gli abitanti delle comunità. La dimensione locale non preclude però l’esistenza di altri livelli di relazione, scambio e mercato regionale, nazionale, internazionale e globale.”

Le città in transizione nascono, quindi, con piccole e importanti iniziative che vanno dalla raccolta differenziata alla spesa a km0, dall’uso dei pannolini lavabili agli orti urbani. Al momento in Italia si contano una trentina di comunità che mirano a diventare vere e proprie città in transizione. Dai un’occhiata alla mappa e scopri quella più vicina a te!

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