Il denaro non più come fine a se stesso, ma come strumento al servizio delle persone e dell’ambiente
Che differenza c’è tra la finanza tradizionale e quella etica?
Nella finanza tradizionale ciò che conta è il rendimento e il rischio degli investimenti indipendentemente dall’utilizzo finale. Nella finanza etica, invece, è importante capire dove andranno a finire i soldi e a cosa serviranno. Questo non vuol dire che non vengono presi in considerazione i rischi e i rendimenti, semplicemente vengono messi in relazione con le potenziali conseguenze positive o negative. L’obiettivo è di rendere la finanza più giusta a livello sociale e più rispettosa dell’ambiente. Ma come? Prima di tutto il denaro viene investito in iniziative lodevoli: sviluppo sostenibile, ambiente, servizi sociali, cultura e cooperazione internazionale. Al contrario, vengono esclusi tutti gli investimenti ai settori del tabacco, alcool, gioco d’azzardo, pornografia, sfruttamento animale e non rispettosi dei diritti umani.
Recentemente il valore della finanza etica è stato riconosciuto anche dall’ordinamento italiano. Nel dicembre 2016, infatti, un articolo della Legge di bilancio ha definito i criteri che una banca deve avere per essere definita etica e ha stabilito agevolazioni per chi la promuove. Un punto di partenza essenziale per il riconoscimento politico e legislativo di un tipo di finanza presente da oltre 40 anni in Europa e da 20 in Italia. Giulio Marcon, primo firmatario dell’emendamento, ha commentato così la novità
La finanza etica sostiene un’idea diversa di finanza al servizio delle persone e della società. Direi che aver approvato questa legge è un fatto storico, un’alternativa alla finanza speculativa. Un modo, tra l’altro, che può aiutare anche a rafforzare il settore.
E il microcredito?
Uno dei pilastri della finanza etica è la visione del credito come un diritto umano. Un diritto che deve essere garantito, per esempio, tramite il microcredito alle fasce più povere della popolazione. Attraverso piccoli prestiti e finanziamenti vengono coinvolti soggetti generalmente esclusi dal credito ordinario a causa del basso importo e delle scarse garanzie dei richiedenti. Il microcredito ha dimostrato la sua efficacia soprattutto nei paesi in via di sviluppo supportando microimprese a conduzione familiare. Un esempio concreto e di successo è quello di Malikoge, un ragazzo senegalese di trentacinque anni con il sogno di diventare sarto. Con il primo credito di circa 300 euro è riuscito a costruirsi un piccolo laboratorio con sette macchine da cucire e ad assumere qualche apprendista. Certo, la strada è lunga e piena di ostacoli, ma grazie a un piccolo credito e tanta fiducia i sogni possono diventare realtà.
Secondo il rapporto del Global Alliance for Banking on Values, le banche etiche presenti in tutto il mondo registrano performance migliori rispetto alle grandi banche tradizionali. Erogano, infatti, quasi il doppio del credito in proporzione agli attivi di bilancio e crescono più rapidamente. Stando ai dati e ai risultati concreti la finanza etica sembra essere un’alternativa vincente sotto tutti i punti di vista.
Per saperne di più:
C come Cambiamento climatico
D come Decrescita
E come Economia circolare
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