IL RESTART CAFÈ DEGLI ARTIGIAN(ELL)I

L’ENGIM Piemonte Artigianelli Torino lancia una campagna crowdfunding su Eppela per sostenere i “Restart Party”, laboratori aperti al pubblico dove gli studenti imparano, condividono il loro sapere e diventano protagonisti nei processi di economia circolare.

C’è una scuola a Torino in cui gli studenti sono davvero i protagonisti, coinvolti in prima persona non solo per imparare un mestiere e scrivere il loro futuro, ma anche per cambiare quello del loro pianeta. Presso la scuola ENGIM Piemonte sono nati gli Artigianelli Digitali, un gruppo di studenti del corso “Operatore Elettronico” che dedicano volontariamente il loro tempo alla riparazione di oggetti elettronici, animati dal desiderio di avere più tempo per far pratica e imparare un lavoro, ma anche e soprattutto di essere protagonisti di processi di economia circolare.

Il Restart Cafè degli Artigian(ell)i è il loro laboratorio, “una specie di negozietto”, come amano definirlo, “dove prima analizzo il componente da riparare, per capire cosa ha di rotto, le sue caratteristiche e infine studio come ripararlo, elaboro un preventivo e chiedo al cliente se vuole che proceda con la riparazione.”

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Gli studenti vogliono organizzare dei “Restart Party“, aprendo il loro laboratorio al pubblico una volta al mese, per coinvolgere chi abbia necessità di far riparare un piccolo oggetto elettronico, ridare vita allo stesso e sentirsi parte di un nuovo approccio economico, circolare, che fa bene al nostro pianeta. Con il tuo sostegno sulla campagna crowdfunding puoi permettere a questo ambizioso progetto di diventare realtà: scopri nella descrizione della campagna quali saranno le ricompense per i donatori e come verranno investiti i fondi raccolti.

Nei giorni scorsi abbiamo avuto il piacere di conversare con Alessandro Diliberto, docente dell’Istituto ENGIM, che alla domanda “Come nasce questo progetto?”, risponde così: “Il progetto nasce nel 2015 per volontà di alcuni ragazzi della classe terza del corso “Operatore Elettronico” e di un docente. Insieme hanno notato che nella scuola c’era una grossa percentuale di ragazzi con lo schermo del cellulare rotto e si sono chiesti se in qualche modo avrebbero potuto sfruttare le loro competenze per ripararli senza portarli in un centro specializzato poiché sarebbe stato oneroso. Hanno iniziato quindi a fermarsi qualche pomeriggio a scuola per guardare dei tutorial online e capire se poteva essere un’operazione fattibile, quindi hanno provato insieme con un primo telefono (era l’iphone 3 della moglie del docente). Visto il successo dell’operazione hanno iniziato a riparare i propri dispositivi e quelli dei loro compagni di scuola. Nel frattempo la scuola ha acquistato il kit di montaggio di una stampante 3D che è stata montata dai ragazzi, i quali hanno iniziato a creare cover per i cellulari, vari portachiavi ed altri oggetti che si erano rotti nella scuola in modo da ripristinarne la funzionalità. Alcuni esempi tra i tanti sono: la sostituzione di una parte del meccanismo che permetteva alla campanella dell’intervallo di suonare, alcuni supporti per le ventole interne dei computer della scuola o delle scatoline per contenere viti e minuteria utili per le riparazioni. Il terzo momento importante riguarda l’idea di creare il vero e proprio laboratorio pomeridiano di “Artigiani digitali” in cui, con partecipazione volontaria ed extrascolastica, i ragazzi si sono impegnati ad essere presenti a scuola per riparare, con l’aiuto dei docenti, i piccoli elettrodomestici dei dipendenti della scuola (macchine del caffè, phon, lampade, lucine di natale, frullatori e molti altri oggetti)”.

Durante le nostre conversazioni ci siamo anche chiesti se gli studenti di oggi siano consapevoli del loro ruolo determinante verso il cambiamento in riferimento alle tematiche ambientali. Il professor Antonio Di Pinto ci racconta che “i ragazzi della scuola (in particolare gli operatori elettronici coinvolti nel progetto) sono tendenzialmente sensibili alla tematica ambientale ed al tema del diuso. Hanno spinto la scuola ad aderire in due occasioni alle manifestazioni dei Fridays for Future ed in generale sottolineano molto che, oltre ad un aspetto economico non trascurabile, in questo progetto si sentono, e sono molto contenti di poter dare il loro apporto per promuovere un cambiamento culturale che comprenda l’economia circolare e la diminuzione della quantità di rifiuti (dei RAEE in particolare).”

Con ancora alcune curiosità da soddisfare, abbiamo chiesto a Fabio, studente al terzo anno, come viva personalmente il fatto di ridurre il suo impatto sul pianeta. Con la soddisfazione negli occhi ci risponde così: “Sono contento ed orgoglioso del fatto che alcune mie azioni abbiano un impatto positivo. In particolare mi piace pensare che le mie azioni possano essere di esempio ad altri ragazzi o ai compagni di scuola più giovani per invogliare anche loro a fare la loro parte per il pianeta. Sono preoccupato per il futuro del pianeta: questo è uno dei motivi che mi spingono a partecipare a questo progetto”.

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Per coloro che vorranno conoscere meglio il progetto o che avranno alcuni oggetti da riparare, il 19 ottobre – in occasione della Giornata Internazionale della Riparazione – potranno recarsi presso la scuola ENGIM per l’unico Restart Party organizzato a Torino. Maggiori informazioni nell’evento facebook.

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