RICICLAGGIO: QUANTO CONTA?

Ogni anno in Italia una famiglia butta in media 49 chili di cibo: 1,19 milioni di tonnellate di alimenti dal valore di 7,65 miliardi di euro l’anno. Una cifra esorbitante sulla quale riflettere. Facciamolo insieme, presentando il documentario di questa settimana: Waste Land. Una città della spazzatura che diventa…protagonista del riciclo!

Riciclaggio dei rifiuti, quanto conta sull’impatto ambientale? Il riciclaggio diminuisce l’impatto ambientale riducendo le emissioni inquinanti. Ma non solo. Contribuisce in misura decisiva al risparmio energetico.

Legambiente parla della strategia 4R. Ridurre, riutilizzare, riciclare la materia, recuperare energia: ecco le 4R che, se applicate, regolano la corretta gestione dei rifiuti. La strategia 4R è da molti anni legge in Italia e in Europa. Purtroppo però, come si legge nel rapporto  “L’Italia del Riciclo” promosso da Fise-Unire e da Fondazione Sviluppo Sostenibile, nel nostro Paese solo il 30% dei rifiuti viene raccolto e riciclato. In Italia le discariche sono la principale via per smaltire i rifiuti. Modalità che rischia di alimentare affari illeciti e di inibire lo sviluppo di un ciclo virtuoso basato sul riciclaggio. Inoltre, le discariche potrebbe diventare una temibile fonte di inquinamento sia per la salute dei territori che delle persone.

Che fare in questa situazione? Ognuno di noi, con comportamenti virtuosi, contribuisce alla tutela del pianeta. Per esempio, si potrebbe pensare di iniziare a vivere a impatto zero (o quasi)!

Waste Land, ri-usare per il pianeta!

Waste Land , candidato miglior documentario Premio Oscar 2011, racconta di come i rifiuti possano trasformarsi in arte contemporanea. Quello che si pone di fare Vik Muniz – artista di fama internazionale – è cambiare la vita di un gruppo di persone. Raccoglitori di rifiuti a Rio de Janeiro, nella più grande discarica del mondo. Trasformare materiale in idee e nel frattempo riscoprire se stessi, assaporando quel momento magico in cui qualcosa si trasforma in altro. Ambientato nella terra di nessuno, alla frontiera tra vita e miseria, il documentario scopre la bellezza… della spazzatura.

La terra dei rifiuti e l’arte del riciclaggio

Waste Land è la storia di un artista – Vik Muniz – che ha trasformato i rifiuti in arte. Muniz torna a Rio de Janeiro, il suo paese natale. Ed è proprio nel centro periferico della città – Jardim Gramasho – che si è formata nel corso degli anni la più grande discarica del mondo. Ambiente che offre ogni giorno lavoro ai riciclatori (i cosiddetti catadores). Si tratta di donne, uomini, bambini emarginati dalla società che scalano montagne di rifiuti giorno e notte. Frugano tra l’immondizia nella speranza di recuperare materiali riciclabili da poter vendere o barattare. Tutto questo per sopravvivere alla misera vita a cui sono costretti.

A Jardim Gramasho il 50% della popolazione tira a campare tramite il riciclaggio. Osservando questa realtà, Muniz, è colpito dall’innocenza e dalla voglia di vivere di queste persone. L’artista decide di trasformare la sua idea iniziale di fare arte con i rifiuti, in un progetto umanitario. L’idea di creare l’associazione “i raccoglitori di materiale riciclabile”, che crea opere d’arte dai rifiuti che gli stessi catadores hanno raccolto, per poi venderle. Il denaro ricavato dalla vendita sarà devoluto all’associazione. Un nobile gesto da parte dell’artista che intende riaccendere una speranza al futuro di queste persone.

Frame dal film – Il fiero volto di una donna lavoratrice

Waste Land è un ritratto fotografico, visto dall’alto, di un gruppo di sopravvissuti che attraverso l’arte è riuscito a vedere e andare oltre la spazzatura. Vedere non è solo con gli occhi. Si può osservare anche con gli occhi dell’anima e sprigionare la creatività. Ed è quello che ha fatto questo gruppo di persone, scoprendo che anche nei rifiuti – apparentemente inutili – può esserci bellezza.

Frame del film – Uomo riverso nella vasca. Interpretazione del dipinto “Morte di Marat” di Jacques-Louis Davis.

Perché è importante riciclare?

Waste Land ci porta a riflettere sul fatto che il riciclaggio è una filosofia di vita che ognuno di noi dovrebbe adottare. Con il riuso dei materiali si tutela l’ambiente circostante, ma anche la salute delle persone. Cosa posso fare io cittadino per tutelare la mia salute e quella del territorio? Iniziamo dalla raccolta differenziata! Il miglior metodo per preservare le risorse naturali. Secondo quanto riporta Educambiente ognuno di noi produce circa 35 kg di plastica ogni anno. Se questa quantità fosse completamente riciclata, in un comune di 100 mila persone, si risparmierebbero 12.000 tonnellate di petrolio e carbone. Per produrre una tonnellata di carta vergine occorrono 15 alberi, 440.000 litri d’acqua e 7.600 kwh di energia elettrica. Per produrre una tonnellata di carta riciclata bastano invece 1.800 litri d’acqua e 2.700 kwh di energia elettrica. Nel mondo della natura il termine “rifiuto” non esiste: gli scarti, se hanno caratteristiche naturali, vengono assorbiti dall’ambiente e rimessi in circolo.

Però, prima ancora di differenziare i rifiuti, perché non pensare di ri-usarli? O di venderli negli appositi mercati dell’usato per dare la possibilità ad altri di ri-utilizzare ciò che per te è inutile?

Valorizziamo. Non gettiamo i rifiuti che produciamo!