Un piccolo ma colorato giardino è nato a Venaria. Ecco un esempio di come dalle brutte e tristi esperienze nascano splendidi progetti!
Era martedì 28 febbraio, un mese fa. Arrivati all’inQubatore Qulturale ci sembrava tutto come sempre. La porta chiusa, una bella luce penetrava dalle nostre finestre e con lei il calore che ci avrebbe investito una volta varcata la soglia. Sennonché percepiamo da subito una mancanza, un dettaglio fuori posto. Non sapevamo cosa ma qualcosa non c’era più. Tutt’a un tratto ce ne accorgiamo: un vaso di ciclamini colorati lasciato da alcuni giorni sotto il portico era svanito.
Puf. Smaterializzato. Scomparso.
“Saranno all’interno, figuriamoci se qualcuno può esserseli portati via“, pensiamo. Ma niente. Non li troviamo da nessuna parte. “Sarà una ragazzata, li avranno spostati dietro una colonna“, ci viene da dire. E girato interamente il portico, il giardino adiacente e il perimetro dell’edificio arriviamo alla conclusione che i fiori non ci sono più.
Sono stati rubati. O rotti. O strappati. Sono spariti.
E ci viene subito un profondo senso di dispiacere. Non per i fiori, che di per sé erano molto belli, un tocco di colore e vita distogliendo lo sguardo dallo schermo del computer. Il dispiacere ci viene per l’insensibilità della persona che ha commesso quel gesto.
Ma quel che più ci dispiace subentra poco dopo, la mente va a poco più di una settimana prima quando, deciso che avremmo lasciato i fiori all’aperto, avevamo pensato: “Figuriamoci se qualcuno si prenderà la briga di rovinarli o rubarli. Sono dei bellissimi fiori. Hanno poco valore economico. Lasciamo che tutti li possano osservare e abbelliamo la facciata del nostro spazio“.
In fondo l’inQubatore Qulturale è un luogo di tutti, è nelle nostre corde condividere. “E poi quanto sono belli lì sotto il portico. Tutti li possono osservare“.
Puf.
Come abbiamo agito?
Il desiderio di darci per vinti, di andare a portare le chiavi in Comune e abbandonare questo progetto è stato forte. La delusione di non poter riporre fiducia nei propri concittadini ancora maggiore. La delusione che un centro culturale che appartiene a tutti, l’InQubatore Qulturale, un luogo gestito in maniera volontaria e spontanea per creare socialità, incontri e connessioni nel nostro territorio non possa esprimersi come vorrebbe perché non ha la fiducia in chi gli sta accanto.
Ma poi ci siamo accorti che un’affermazione del genere porta a una domanda fondamentale: “è davvero così? Davvero non possiamo riporre fiducia nei nostri concittadini? O forse sono più numerosi quelli che meritano la nostra fiducia?”
Attraverso Facebook e un evento creato ad hoc, AAA Cercasi sensibilità, abbiamo chiesto delle risposte. Abbiamo domandato una dimostrazione di sensibilità. Un gesto di grande valore per noi e per tutta la città.
Abbiamo domandato che dal giorno seguente, in forma anonima, coloro che leggevano si recassero nel portico dell’inQubatore Qulturale per lasciare una pianta, un fiore, un alberello accompagnati da un foglio di carta colorato su cui scrivere che cosa fosse per loro la sensibilità.
Ed è proprio così che è nato il giardino della sensibilità…
Le persone che hanno aderito sono state numerosissime: amici, parenti ma anche alcuni commercianti di Via Mensa, i genitori dei bambini de Il doposQuola e altri assidui frequentatori del nostro spazio. Abbiamo raccolto tanti e coloratissimi fiori che insieme ai nostri bambini e ad un bravissimo orticultore abbiamo piantato in una triste giornata di pioggia, portando così un po’ di sole all’inQubatore. Ma anche un po’ di speranza e gioia. Insieme ad un’iniezione di fiducia, entusiasmo e propositività per il futuro.
Dovete assolutamente venire a vedere dal vivo cosa abbiamo creato!
Vi aspettiamo in Piazza Don Alberione a Venaria il giovedì e il venerdì dalle 15 alle 19, mentre sabato e domenica dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19.